Porto nuova bufera sul Comune


Purtroppo alla follia senza regole di questa amministrazione siamo abituati.
Ma in questo periodo siamo arrivati ai massimi livelli raggiungibili.

Tutti siamo a conoscenza che ieri, il 14 Marzo 2014, Ferrovie dello Stato, Provincia di Chieti e Comuni hanno firmato un protocollo di intesa per la cessione delle aree di risulta della vecchia linea adriatica per la realizzazione della pista ciclo-pedonale.
Ma ATTENZIONE, la provincia pagando poco più di 2 Milioni di euro ha acquistato soltanto il vecchio sedime, ovvero il tracciato senza stazioni e sottostazioni, che rimangono di proprietà FS, in comodato alla Provincia e Comuni.

Questo significa che a breve partirà il bando per la realizzazione della pista, che di fatto è diventata di proprietà pubblica a differenza degli stabili che rimangono di proprietà della FS.

Gli enti pubblici in pratica potranno proporre progetti di utilizzazione del vecchio binario ferroviario, ma non potranno agire sugli stabili. Questo comporta che tutti i comuni si stanno muovendo in direzione conseguente, tralasciando per ora, la possibilità di utilizzazione delle vecchie stazioni, in quanto non proprietarie delle stesse.

Tutti i comuni tranne uno.

Infatti la maggioranza di Nuova Alleanza per San Vito ha pensato bene, di inserire le vecchie stazioni e sottostazioni sanvitesi nel bando del porto, atto assolutamente arbitrario, che segue però un ragionamento molto pragmatico, ma poco intelligente.
Visto che il primo bando del porto, costato circa 7000 €, è andato deserto, per rendere il secondo (altri 7000€) più appetibile ha inserito anche le aree di risulta, stazioni e sottostazioni, contravvenendo palesemente ai termini di legge, ovvero vendendo un’ area di proprietà privata e non pubblica.

Per questo motivo come gruppo consiliare presenteremo in giornata una proposta di delibera per il ritiro in autotutela delle linee di indirizzo del nuovo bando del porto,
(clicca per leggere le linee guida), in modo da scongiurare un elemento di poca chiarezza e di fantasia amministrativa, classiche della Giunta attuale che potrebbero portare addirittura a nuove vicissitudini giudiziarie per il comune.

Il ridicolo non finisce qui, perchè la Giunta, dopo l’ennesimo atto dilettantistico, ha cercato di porre rimedio, promuovendo un emendamento al Protocollo di Intesa fra FS e Provincia, chiedendo in pratica la possibilità di inserire negli eventuali progetti di espansione edilizia, futuri e PASSATI, anche gli stabili di proprietà FS.
Naturalmente parliamo di un accordo firmato in questi giorni, sul quale hanno lavorato per anni governo centrale, regione, provincia ed FS, che non può essere emendato da 4 righe inviate da un comune come San Vito, due giorni prima della ratifica. SIAMO ALLA FOLLIA.

Riportiamo l’emendamento proposto per farvi capire a che punto siamo arrivati,
l’emendamento è in grassetto a fine del documento:
Clicca per leggere

Totò: Sembra niente! Ma la mia fontana è fotografata un migliaio di volte al giorno. Fatti un po' di conti…paisà
L'italo-americano: Sono circa 160 dollari al giorno. E' proprio un bel bisiniss! Ok. Di' un po', chi l'ha fatta questa fontana?
Totò: Un mio bisnonno, fece venire a posta uno scultore dalla Svizzera.
L'italo-americano: Aspetta paisà, qui dice che è dello scultore Bernini.
Totò: Appunto, siccome veniva da Berna, era piccoletto, lo chiamavano il Bernini

Nuovo porto, la minoranza chiede il ritiro della gara

Secondo Nardone (Svbc) il Comune ha bandito l’appalto su terreni non propri Catenaro: abbiamo siglato protocolli d’intesa con Provincia e Ferrovie

SAN VITO. Ritirare in autotutela la delibera del 31 gennaio di consiglio comunale sulle linee guida per la gara d’appalto per la progettazione, costruzione e gestione del porto turistico con l’annessa riqualificazione del waterfront, delle aree di risulta e quelle costiere. É la mozione che presenterà al prossimo consiglio il gruppo di opposizione San Vito Bene Comune (Svb) nella convinzione che quella delibera approvata a maggioranza contiene delle violazioni. «Nello specifico», spiega il consigliere Roberto Nardone (Svbc), «il Comune mette a bando delle aree –come quelle di risulta comprese nel fronte mare- di cui non è titolare. Non può, il Comune, come ente, sub-comodare le aree della ferrovia , non essendo titolare delle stesse ed inoltre perchP espressamente vietato dal comodato stesso. Se le aree sono date in sub comodato possono anche essere ritirate. L’amministrazione va avanti con un bando che progetta un porto da 350 posti e 20 milioni di euro, che è smisurato per San Vito e in cui ha aggiunto aree che non possiede. Inoltre demanda al soggetto aggiudicatario della gara l’ottenimento delle autorizzazioni e dei permessi per l’utilizzazione delle aree. Un controsenso. Ad ogni modo», chiude Nardone, «c’è ancora tempo per riflettere visto che il porto non è realizzabile nel nostro Comune e visto che prima della pubblicazione del bando passerà altro tempo perché non ci sono nemmeno i soldi, 7mila euro, necessari per pubblicarlo». Tutte accuse che il sindaco Rocco Catenaro rispedisce al mittente. «I soldi per pubblicare il bando sono nel bilancio di previsione che andremo ad approvare a breve», risponde, «poi la delibera approvata rispetta le leggi, in particolare la 5/2007e i protocolli di intesa siglati con Provincia e ferrovie dello stato. Anche perché nel bando non ci saranno solo terreni di risulta dell’ex tracciato ferroviario per la Via Verde che domani (oggi per chi legge, ndc) saranno acquistati dalla Provincia, con la quale abbiamo parlato di questa pianificazione, ma anche altre parti che il Comune può gestire come la vecchia stazione, la sottostazione. Strutture che saranno riqualificate in costruzioni ecosostenibili che possono essere trasformate in attività ricettive, per la ristorazione come previsto anche nel progetto della via verde».

Il bando, se non sarà ritirata la delibera approvata sulle linee guida, prevede quindi la progettazione definitiva ed esecutiva, costruzione e gestione del porto ma anche del fronte mare. Il progetto del porto prevede l’ampliamento del molo attuale con uno nuovo collegato con una piastra esagonale, 350 posti barca, aree commerciali come bar, ristoranti, ritrovi, locali per attrezzature sportive e noleggi, attività legate alla cantieristica navale ma anche parcheggi,strade, piste ciclabili e pedonali. Starà al privato fare dei progetti di recupero per sistemare il fronte mare. «L’ obiettivo del porto», chiude Catenaro, «è lo sviluppo economico e sociale del territorio, far crescere il turismo».

Teresa Di Rocco

Lascia un commento